Presidente Cereghetti, come sta evolvendo il contesto in cui AET opera e quali sono a suo avviso i temi più urgenti da affrontare. AET è stata istituita per assicurare la produzione, il trasporto e il commercio di energia elettrica, valorizzando le risorse idroelettriche cantonali. Questi obiettivi rimangono prioritari e vanno perseguiti nel quadro della politica energetica decisa dalle Autorità cantonali e federali: promozione delle energie rinnovabili, rinuncia a fonti di energia problematiche quali il nucleare e i fossili, garanzia dell’approvvigionamento, efficienza della rete. Il contesto in cui perseguire questi ambiziosi obiettivi è incerto e in continua evoluzione. È determinato da variabili indipendenti (macro-fattori) quali la situazione internazionale, il progresso tecnologico, i cambiamenti nella produzione e nelle abitudini di consumo energetico (anche per effetto della deindustrializzazione europea), l’interconnessione economica ed energetica transnazionale, con i flussi di energia che ne derivano. Detto della valorizzazione delle riserve idriche cantonali (un obiettivo strategico a lungo termine) allo stato attuale gli operatori del settore (e AET per quanto di sua competenza) sono chiamati a contribuire alla sicurezza energetica nazionale (produzione invernale, flessibilità, capacità di resistenza in caso di crisi), gestire e modernizzare la rete di distribuzione dell’energia, favorire la transizione energetica adottando provvedimenti (costruttivi, tecnici e di digitalizzazione) per gestire la discontinuità nei picchi di consumo e produzione. In questo ambito sarà decisivo collaborare con le aziende distributrici e cercare di trasformare in opportunità i problemi posti dal carattere stocastico della produzione di energie con fonti rinnovabili, valorizzando ad es. la capacità aziendale di fornire energia di punta e servizi di regolazione essenziali al sistema nazionale. Un approccio costantemente innovativo è indispensabile. Un occhio di riguardo andrà pure riservato alla formazione del personale e alla cibersicurezza del sistema di produzione e distribuzione aziendale, molto complesso e quindi potenzialmente vulnerabile. Sarà infine necessaria una riflessione sulla questione dei rapporti internazionali in materia energetica (regolazione delle reti, approvvigionamento, esportazione e flussi internazionali di energia). Qual è il ruolo di AET nella transizione verso un approvvigionamento rinnovabile? Tendiamo a dimenticare che il settore idroelettrico fornisce energia rinnovabile, in grande quantità e molto pregiata. Aumentare la produzione di energia idroelettrica nel rispetto dei limiti ambientali e renderne ancora più efficiente la distribuzione contribuisce pertanto in modo decisivo alla transizione ecologica. Le possibilità di accumulo degli sbarramenti idroelettrici esistenti (oppure da potenziare, nel rispetto dei limiti paesaggistici ed ecologici, dialogando con le comunità locali) permette l’immagazzinamento dell’energia, altrimenti impossibile su larga scala, compensando i picchi di bassa e alta produzione tipici dell’energia eolica e solare. L’idroelettrico AET è quindi parte strategicamente integrante del sistema di promozione delle energie rinnovabili. AET dovrà inoltre operare considerando che la transizione energetica non dipende solo dalla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma è anche questione di rete e di intelligenza del sistema, quindi anche di collaborazione tra gli attori del sistema (produttori e distributori locali di energia). Come si conciliano nel lungo periodo le esigenze di sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, sostenibilità ambientale ed economicità per l’Azienda elettrica ticinese e per i consumatori? Il futuro energetico richiede un equilibrio dinamico tra garanzia nelle forniture (reti e produzione, considerando anche i rischi industriali), la sostenibilità ambientale (efficienza, decarbonizzare, rinuncia al nucleare) e l’economicità (tariffe competitive e prevedibili per cittadini e imprese). Perseguire simultaneamente questi tre obiettivi è possibile. Si tratta di un problema complesso, tipico delle società moderne, che (penso) risolveremo grazie agli sviluppi scientifici e tecnologici. Concretamente, nel medio periodo non dovremo potenziare un singolo pilastro, ma perseguire per quanto possibile la loro convergenza, perché una catena produttiva e una rete più efficienti sono anche più sostenibili ed economici. Un sistema basato sulle energie rinnovabili è inoltre più indipendente e quindi più sicuro, in quanto la sicurezza nell’approvvigionamento dipende anche dal delicato contesto internazionale. Il nostro paese da questo punto di vista è fortunato, perché ricco di fonti energetiche rinnovabili quali acqua, sole, vento (mentre dobbiamo invece importare i combustibili fossili e l’uranio utilizzato nelle centrali nucleari, ciò che ci rende dipendenti dall’estero). La Svizzera e in particolare il Ticino hanno quindi un grande interesse a sostenere la produzione di energie rinnovabili, in particolare quella idroelettrica. Si tratta di energie la cui produzione in loco determina importanti ricadute economiche (anche in termini di posti di lavoro), permette di mantenere in Ticino competenze professionali e centri direzionali aziendali. Preservare e valorizzare il patrimonio idroelettrico cantonale, investendo anche in flessibilità ed accumulo, è la base per un approvvigionamento energetico sicuro, programmabile e di lungo periodo. Permette di integrare nel sistema la produzione eolica e fotovoltaica, senza compromettere la stabilità del sistema, a patto di digitalizzare la gestione della produzione e della rete, promuovendo l’efficienza, riducendo le perdite e i costi operativi. |